“Ningbo Polytechnic”, di Simone Mizzotti
Festival DiecixDieci 2018, Ex Convento, Gonzaga


[…] Zhu Jian si muove come se temesse di sbagliare direzione; sta a Ningbo da due anni, fra non molto – senza grandi cerimonie – ne festeggerà diciotto. Pensa di iscriversi al corso di guida nel campus, anche se difficilmente gli servirà l’auto o potrà mantenerne la spesa. Finito di studiare, tutti i giorni, passa ore esercitandosi al ping-pong; non ha ancora una ragazza e francamente non gli importa. Ieri il suo nuovo insegnante italiano ha proposto alla classe di fotografare una storia, un’idea, uno spunto qualsiasi; un modo per guardarsi meglio intorno o farlo con un altro metro. Lui al momento ha la testa svuotata, i suoi passi si perdono incerti nel supermercato del campus […]

Simone Mizzotti ha tenuto lezioni di fotografia a Ningbo, nella Cina orientale, fra il 2013 e marzo 2014. Zhejiang, di cui Ningbo è prefettura, ha all’incirca gli abitanti dell’Italia. Tutt’attorno al politecnico di Ningbo gli edifici per alloggi si moltiplicano in fretta: mentre all’interno del campus il ritmo rimane legato a scadenze e passaggi vitali plausibili, fuori dall’orizzontalità e dagli spazi di manovra condivisi cresce un mondo strettamente verticale, una continua elevazione che conduce da sistema a una sotterraneità dell’esistenza. Il campus rappresenta una città nella città, che sulla leva di un ambiente architettonico più cauto marca silenziosamente la distanza dall’esterno. Prima di entrare nell’articolato istogramma cinese, pur con tutti i sentimenti contrastanti generati dal futuro circostante, il politecnico di Ningbo dà la possibilità di regolare il proprio passo o di pensarci ancora su.